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Prosegue il lavoro nelle Commissioni…

Oggi V Commissione in sopralluogo al Museo De Henriquez, in via Cumano. Senza soffermarmi sulla collocazione periferica, ciò che colpisce è che, al di là dell’ingresso costeggiato da due edifici in stato decisamente non buono si nascondono altri due edifici quasi completamente restaurati, che dovrebbero essere pronti per l’apertura già nel mese di aprile 2014. Spazi grandi, grandissimi, perfetti per contenere i mezzi che sono al momento in altri due edifici, anche questi con necessità di essere rimessi a posto: carri armati, cannoni, un piccolo sommergibile, altri mezzi militari, ma anche veicoli civili. Un percorso, quello della collezione di De Henriquez, che sottolinea quanto la tecnologia per i mezzi militari fosse avanzata rispetto al progresso fatto registrare per quelli civili, appunto. Problema ahimé ancora attuale…

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Un breve cenno, con colpevole ritardo, anche ad un’altra Commissione delle scorse settimane: la Commissione I ha ricevuto in audizione Presidente e Direttore dell’ATER, prendendo spunto dal caso di una famiglia di 5 persone che denunciava, con una segnalazione al quotidiano locale, di essere costretta a vivere in un appartamento di 45mq. Cosa inesatta, secondo i vertici dell’ATER, che hanno spiegato come l’appartamento fosse in realtà di 57mq e come il terzo figlio fosse nato dopo l’assegnazione dell’alloggio. In effetti quella del cambio di alloggi in funzione della variazione del numero di cambiamenti, anche vista l’elevata età media degli inquilini ATER di Trieste (la percentuale degli ultra65enni è del 34%), è una problematica di non semplice soluzione/gestione, come ci è stato illustrato. Nel corso dell’audizione sono stati affrontati altri temi, in particolare quello dei costi per mettere a norma gli appartamenti attualmente non assegnabili (circa 800 a Trieste): motivo, questo, per cui il Presidente, partendo dal principio che non fosse positivo mettere in vendita alloggi di proprietà pubblica, ha detto di aver dovuto ricredersi in quanto attraverso operazioni del genere è possibile rendere disponibile parte del patrimonio attualmente sfitto. Ci è anche stato comunicato come con la Regione e il Comune stia proseguendo il discorso delle modalità per l’autorecupero: anche in questo caso, però, si tratterebbe di una soluzione che non riguarda chi è in fascia ISEE bassa (chi, cioè, pagherebbe 18 € mensili), perché questi difficilmente sarebbero in grado di farsi carico delle spese per rimettere a posto l’appartamento. E quindi subentra un problema di gestione delle graduatorie, attualmente al centro della discussione. Ancora, si è parlato della necessità dei rivedere il Regolamento con particolare riferimento ai casi – sempre più numerosi a causa della crisi – di chi subisce lo sfratto per morosità. Queste sono alcune delle cose emerse, in una discussione pure in questo caso molto attuale.

Andando ancora indietro, in un’altra seduta della Commissione I abbiamo affrontato il tema dei lavoratori socialmente utili, cui è seguito pochi giorni fa un importante annuncio della giunta che trovate qui e la proposta di cambiare il nome di via Cadorna. Senza entrare nel merito della storia della figura di Cadorna, c’è da tener conto dei costi per i residenti e per i commercianti che un cambiamento comporterebbe, specie in una via con tanti numeri civici. E in questi tempi di crisi non è poco…